Pietro Ruffo: “Non è vero che l’essere umano ha distrutto la Terra. Anzi, abbiamo lasciato tracce stupende”

Articolo scritto per Italia Che Cambia

Immaginate di prendere in mano i 13,8 miliardi di anni di vita dell’universo e schiacciarli, strizzarli fino a farli entrare in una piccola scatolina dello spazio di un anno soltanto. Ciò che uscirebbe fuori da questa proporzione è tutt’altro che intuitivo: anzi, ha del clamoroso. Se il nostro cosmo esistesse da soli dodici mesi infatti, oltre undici di questi sarebbero trascorsi prima ancora che sulla Terra mettessero piede i primi dinosauri. E noi Homo sapiens? Arriveremmo «solo pochi minuti prima dei fuochi d’artificio di Capodanno».

Questo divertente e istruttivo esperimento mentale è stato ideato dall’archeologa inglese Rebecca Wragg Sykes, autrice qualche anno fa del celebre libro Neandertal, e tra tutti i lettori che lo hanno sfogliato sembra averne colpito in particolare uno: Pietro Ruffo, 47 anni, romano, di professione artista contemporaneo. Nasce così l’ultima mostra che ha esposto fino a un paio di settimane fa al Palazzo delle Esposizioni a Roma e intitolata, eloquentemente, L’ultimo meraviglioso minuto.

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