Il tuo passato non è una condanna: è solo una storia che ti racconti

“Mi sono sempre comportato in questo modo: allora vuol dire che sono fatto così”. Questa è una delle più grandi bugie che ci siano

Mi sono successe tante cose brutte nella vita: questo significa che sono sfortunato”. “Sono stato licenziato molte volte: questo significa che sono un incompetente”. “Le mie storie d’amore sono sempre andate male: questo significa che non piaccio a nessuno”. Siamo sinceri. A chiunque di noi è capitato di pensare una cosa del genere: “Mi sono sempre comportato in questo modo: allora vuol dire che sono proprio fatto così”. Ecco, mettiamolo in chiaro una volta per tutte: questa è una delle bugie più grandi che ci siano.

In pratica siamo convinti che, siccome ci siamo comportati in un determinato modo, allora siamo condannati per sempre ad agire in quello stesso modo. Questa è semplicemente una generalizzazione: ovvero un’interpretazione errata del nostro passato. È una storia che raccontiamo a noi stessi; una specie di film che proiettiamo nel nostro cervello, di cui noi siamo sia i protagonisti che gli sceneggiatori. Il problema è che quando guardiamo un film siamo ben consapevoli che quelle narrate sullo schermo sono vicende di fantasia, e non riflettono mai con precisione la realtà; invece, di fronte alle storie più importanti, quelle che ci ripetiamo tutti i giorni e che riguardano la nostra stessa identità, non applichiamo lo stesso naturale scetticismo. Al contrario, tendiamo a dimenticarci che si tratta di una semplice interpretazione soggettiva, e iniziamo a convincercene, a trasformarla in realtà indiscutibile, in una sorta di vangelo. Quello che ci accade è che, di fronte ad un’esperienza negativa, il nostro cervello reagisce proprio come farebbe un muscolo: contraendosi. Ma anche quando il pericolo è passato, il nostro cervello rimane contratto, non si rilassa più. E ciò può seriamente limitarci, può influenzare le nostre future decisioni, può compromettere la direzione e la qualità delle nostre vite.

Cambia le convinzioni sul tuo passato e cambierai il tuo futuro

C’è una buona notizia, però: possiamo scegliere di cambiare queste nostre errate convinzioni, possiamo rompere questi schemi imposti dalla nostra psiche cosciente. Non sei vittima del tuo passato, dell’eredità della tua famiglia, dei codici culturali, delle convenzioni sociali. Non sei da aggiustare, perché non sei rotto, anche se pensi di esserlo. Quello che ti è successo o quello che hai fatto non ti definisce come persona, né ti imprigiona o ti condiziona. In realtà, ogni tua azione ed esperienza passata è servita solo a prepararti per questo momento. Il momento in cui puoi ottenere un cambiamento drastico nella tua vita, se solo te lo permetti.

Proprio adesso, in questo preciso istante in cui stai leggendo queste parole, puoi scegliere una volta per tutte di cambiare il tuo modo di pensare e queste tue convinzioni. Puoi riprogrammare te stesso. Noi esseri umani, che purtroppo spesso interpretiamo gli avvenimenti della nostra vita in una chiave che ci depotenzia o ci indebolisce, abbiamo però anche le risorse per trovare un nuovo significato. “Siccome in passato ho commesso un errore, allora ho acquisito l’esperienza che mi consentirà di non commettere più lo stesso errore”. “Siccome ho capito che reagire in quel modo mi ha fatto stare male, allora potrò smettere di stare male modificando la mia reazione”. “Siccome ho provato sulla mia pelle la sofferenza, allora mi impegnerò per gli altri, così da evitare che soffrano anche loro per i miei stessi motivi”. “Siccome ho sbagliato, sono cresciuto, sono diventato più forte”. Tutti noi possiamo realmente essere più gentili, meno severi e meno cattivi con noi stessi (e quindi anche con gli altri, perché anche loro raccontano a se stessi delle storie che non gli sono per niente d’aiuto). Tutti noi abbiamo la capacità di attribuire al nostro passato un significato che ci rafforzi, anche se molti di noi spesso non ci provano nemmeno, e neanche se ne rendono conto.

Esercizio: scava nel tuo passato

Allora ecco un primo, semplice esercizio che possiamo mettere in pratica per mettere a fuoco il modo in cui interpretiamo le nostre esperienze trascorse, e come questo ci limita. Siediti comodo, prendi un foglio di carta e prova a rispondere per iscritto a queste domande:

  • Pensa ad un ricordo significativo della tua vita: qual è il primo che ti viene in mente?
  • Dov’eri? Cosa stavi vivendo?
  • Cos’ha significato per te quel momento?
  • Cos’hai deciso in quel momento?
  • In che modo quella decisione ha influito sul tuo modo di affrontare la vita?

La follia sta nel fare sempre la stessa cosa aspettandosi risultati diversi

Albert Einstein

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