Perché i buoni propositi per l’anno nuovo non si realizzano mai (e come riuscirci davvero)

Ogni anno scriviamo la solita lista di buoni propositi che vorremmo realizzare, ma poi non li portiamo a termine. C’è un modo per farcela

Buoni propositi per l'anno nuovo
Foto di Freestocks da Pexels

Il Capodanno è sempre un momento speciale. Veniamo dal periodo delle feste, che ci ha permesso di rilassarci, di ricaricare le batterie, di trascorrere del tempo con le persone che amiamo. Ma la fine di un anno e l’inizio di uno nuovo è anche l’occasione per tracciare un bilancio dei dodici mesi che ci lasciamo alle spalle, per sottrarci dalla routine quotidiana e gettare uno sguardo complessivo alla nostra vita, e soprattutto per immaginare in che direzione vorremmo orientare il nostro futuro.

Anno nuovo vita nuova, insomma. Non è un caso se, ad ogni primo gennaio, compiliamo una lunga lista di buoni propositi con tanta convinzione di riuscire a portarli a termine e, dopo appena un mese, l’80% di questi è già miseramente fallito. Il motivo è semplice da comprendere: prendere una decisione è facile, entusiasmante, e per giunta ci gratifica in modo immediato con una scarica di dopamina. Ma non appena incontriamo i primi ostacoli, spesso rispuntano fuori le vecchie abitudini, profondamente incardinate nel nostro sistema limbico, che ci fanno rapidamente scoraggiare e rinunciare.

Stavolta cerchiamo di fare qualcosa di diverso. Quest’anno proviamo a impegnarci davvero a realizzare i nostri buoni propositi e a cambiare in meglio la nostra vita. È possibile, a patto che sappiamo come farlo: ovvero che seguiamo alcune piccole ma importanti regole.

Regola numero 1: gli obiettivi

La lista delle risoluzioni, secondo gli esperti, è molto simile per la maggioranza di noi. Al primo posto c’è la perdita di peso (secondo la International Health, Racquet & Sportsclub Association, il 12% degli abbonamenti in palestra viene sottoscritto proprio a gennaio), al secondo la crescita personale (che si tratti di smettere di fumare, impegnarsi in attività più stimolanti, trascorrere più tempo con la famiglia e gli amici, imparare qualcosa di nuovo, dedicarsi agli altri o trovare l’amore) a terzo il miglioramento della propria situazione lavorativa ed economica.

Fin qui tutto bene: la prima caratteristica degli obiettivi è di essere entusiasmanti, motivanti, energizzanti. Chiedetevi che cosa desiderate veramente fare, vivere, provare, diventare. Ma, se un obiettivo non risponde anche ad altre specifiche caratteristiche, rischia di rimanere per sempre soltanto un sogno. Innanzitutto un obiettivo deve essere percepito come realistico, non illusorio: molte risoluzioni falliscono perché, sull’onda dell’entusiasmo, veniamo spinti a porre l’asticella troppo in alto. Se ci rendiamo conto di aver scelto un obiettivo è troppo ambizioso, dunque ad elevato rischio di fallimento e di frustrazione, meglio ridimensionare le nostre aspettative. Almeno momentaneamente: i piccoli successi che otterremo nel frattempo ci alleneranno e aumenteranno la nostra convinzione, permettendoci così di poter puntare per gradi ad obiettivi sempre più elevati.

Infine gli obiettivi devono essere specifici, definiti nello spazio e nel tempo, e misurabili. Invece di dire “inizierò a fare sport dopo le vacanze”, fissate una scadenza precisa (quel tale giorno a quella tale ora), un luogo (quella determinata palestra, oppure quel parco), e magari immaginatevi già mentre svolgete quella determinata azione: l’energia mentale positiva scatenata dalla visualizzazione vi fornirà un’ulteriore spinta alla messa in pratica del vostro proposito.

Regola numero 2: la strategia

Un obiettivo non basta: bisogna trasformarlo in un progetto concreto. Ovvero, dopo aver deciso che cosa volete fare, stabilite anche come volete farlo. Attenzione: anche la strategia, il piano d’azione, dev’essere altrettanto dettagliato, graduale e misurabile. Vi siete posti l’obiettivo di dimagrire? Decidete nello specifico che tipo di cibi consumare, in quali pasti, in quali momenti della giornata, in quali luoghi, acquistati fuori o preparati a casa. Per molte strategie potremmo avere bisogno di acquisire competenze di cui non disponiamo ancora (leggere libri, consultare esperti, studiare) oppure dotarci di apposite alleanze (amici, colleghi, familiari, consulenti che ci possono dare una mano concreta o anche solo un sostegno morale).

Altrettanto importante è scegliere una strategia che non preveda sacrifici eccessivi. Un po’ di fatica è inevitabile, ma non bisogna mai dimenticarsi di divertirci lungo il percorso. Ad esempio, se andare in palestra non ci piace proprio, potete pensare ad altre discipline sportive che ci annoino di meno, ma che ci permetteranno di raggiungere il medesimo obiettivo. Se si fa appello solamente alla forza di volontà, prima o dopo questa si esaurirà e ci porterà a rinunciare. La nostra ricompensa, invece, non deve stare soltanto nel raggiungimento della vetta, ma in ogni singolo gradino della scalata.

Ovviamente, per quanto precisa sarà la nostra programmazione, qualsiasi strategia non risulterà mai perfetta: prima o poi incorrerà inevitabilmente in un ostacolo, un inconveniente o un errore che potrebbe anche far naufragare un passaggio del nostro piano d’azione. A questo punto è importante interpretare il fallimento nel giusto modo: non come una testimonianza della nostra incapacità (“sono sbagliato”), ma come un’inadeguatezza della strategia che abbiamo adottato (“ho sbagliato”). Dunque, non buttate al vento tutti gli sforzi fatti, ma al contrario comprendete in quale punto specifico il vostro progetto non ha funzionato, modificatelo di conseguenza e riprovate. Non esiste risultato che non si possa ottenere, dopo un numero sufficiente di tentativi e di successivi adattamenti: anche se, a volte, questi tentativi possono essere veramente tanti.

Regola numero 3: l’azione

Per quanto sia entusiasmante l’obiettivo e ben strutturata la strategia, non otterrete mai nulla se non passerete all’azione. Limitarsi a discuterne, chiacchierarne o lamentarsi non vi porterà a smuovere la vostra situazione di un millimetro. La maggior parte delle persone non riesce mai ad ottenere risultati semplicemente perché non si mette mai in gioco. Nella maggior parte dei casi, magari perché non sono veramente disposte a pagarne il prezzo, in termini di fatica e di impegno. Vogliono dimagrire, ma senza allenarsi.

Sgombriamo il campo da qualsiasi equivoco: raggiungere i propri obiettivi, tanto più quanto sono ambiziosi e sfidanti, è difficile. Come del resto è difficile anche costruirsi una vita felice. Ma la buona notizia è che è anche possibile, purché ci concentriamo su ciò che noi possiamo fare per concretizzarla, su ciò che è nel nostro controllo, invece che su ciò che ci dovrebbe arrivarci dall’esterno o su ciò che dovrebbe cambiare nel nostro contesto.

Ma non dimentichiamo mai un concetto fondamentale: la felicità non sta nel raggiungimento di un obiettivo, sta nel progresso, nella crescita quotidiana che compiamo per raggiungerlo. Non è un risultato, è un processo. Quindi, perché non cominciate subito, appena finito di leggere questo articolo? Perché non fate il primo passo che vi dia già un impulso iniziale?

Naturalmente, a volte intraprendere una sfida complessa tutta da soli può risultare complicato o disarmante: in questi casi può essere utile il sostegno di un life coach, che vi sostenga e vi motivi, per aumentare le vostre probabilità di successo. Se vi trovate in questa situazione, sono qui per aiutarvi.

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