La vera libertà della nostra vita non è quella fisica, ma quella mentale: ovvero, libertà della coscienza dal governo del subconscio
Perfino in un periodo come questo, in cui siamo costretti in quarantena all’interno di quattro mura, senza poter uscire se non per portare a spasso il cane o andare a spesa, possiamo sentirci più liberi. Anzi, possiamo addirittura riacquistare la libertà più vera e autentica, che forse non abbiamo sperimentato fino in fondo.
Ovvero, la libertà di perseguire i nostri desideri e i nostri obiettivi più profondi: insomma una vita veramente coerente con le nostre attitudini e la nostra natura. E, per riuscirci, occorre innanzitutto liberare la nostra mente conscia e consapevole.
La tirannia del subconscio
Secondo le ultime ricerche, infatti, nel corso di ogni nostra giornata la mente conscia di ciascuno di noi trascorre in media ben il 95% del suo tempo ad elaborare pensieri razionali: impegni, doveri, compiti, ragionamenti, timori, preoccupazioni. Quando la nostra coscienza è impegnata, a governare il nostro comportamento interviene il subconscio, come una sorta di pilota automatico.
Un po’ come quando ci troviamo a guidare una macchina in autostrada e nel frattempo ci mettiamo a riflettere su tutt’altra questione. La nostra attenzione non è concentrata sulla strada, ma noi continuiamo a premere meccanicamente l’acceleratore e a sterzare il volante, anche senza doverci pensare su.
Vivere condizionati
In casi come questo, il subconscio è naturalmente uno strumento molto prezioso, perché ci permette di non schiantarci contro il guard rail e di procedere in sicurezza la nostra marcia. Il problema è che, se siamo disattenti o distratti, non è detto che la direzione che imbocchiamo sia esattamente quella che ci porta alla meta dove vogliamo arrivare.
Il subconscio, infatti, applica in automatico i condizionamenti e le convinzioni che abbiamo appreso nel corso della vita. Come se fosse un computer che è stato programmato da qualcun altro: prima di tutto, dai modelli che ci sono stati forniti dai genitori nel corso dei nostri primi sette anni di vita, ma anche dagli schemi prevalenti intorno a noi, dai paradigmi che ci vengono ogni giorno presentati dalla nostra cultura e dalla nostra società.
Chi ci dice cosa dobbiamo provare?
Pensiamo a quello che accade in questi giorni di pandemia: la televisione, i quotidiani, i siti web d’informazione, ma anche molte persone che ci circondano ci comunicano timore e preoccupazione. E se noi viviamo una vita governata per la stragrande maggioranza dal subconscio è molto probabile che ci comporteremo ricalcando acriticamente questi condizionamenti. Ovvero, provando stress e paura.
Ma queste convinzioni apprese possono essere spesso limitanti, oppure non essere funzionali ai nostri obiettivi di vita, non essere coerenti con ciò che desideriamo veramente, addirittura talvolta addirittura essere boicottanti verso noi stessi. Un’esistenza vissuta senza metterci consapevolmente al posto di guida e lasciando i comandi soltanto al subconscio non può essere definita realmente un’esistenza libera.
Libertà dal pensiero razionale
Perciò, un importante esercizio per riprendere in mano la nostra vera libertà esistenziale, per riappropriarci del potere sulla nostra stessa vita, anche in un periodo in cui dobbiamo restare in casa, è quello di rimettere al centro la nostra coscienza. Ci sono varie strade per poterci riuscire.
Una di queste è quella di eliminare almeno una certa parte di quei pensieri che occupano la nostra mente senza alcuna vera utilità, oltre a condizionare pesantemente il nostro stato emotivo. Per esempio attraverso la meditazione, che ci aiuta a spegnere il cervello razionale e ad ascoltare le nostre emozioni, i nostri sentimenti, i nostri desideri e i nostri sogni.
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